Gira che ti rigira, torno sempre a parlare di “Pesce d’estate e frutta d’inverno”. Molti di voi cominceranno ad odiarmi perche ironizzo spesso sui vostri amatissimi flavours. In realtà prendo solo per il culo quella categoria di carpisti che sminuisce 60 anni di ricerca, studi, test. Non si può risolvere ogni pescata attraverso la scelta di un flavours.

E’ riduttivo. Vi consiglio di leggere questo articolo.

Il flavours non sarà il male, ma neanche la panacea per tutto. Molti dovranno ricredersi. Piace a tutti annusare le boilies. Non escludo possa dare dipendenza. I carpisti hanno bisogno della loro dose di flavours quando vengono in negozio. E chi sono io per negargliela? Fate pure, basta che poi chiudete bene i tappi.

Non è che lo reputi “superfluo”. Mi spiego meglio. Un buon flavours lo riconosci subito. Ti entra nel naso e te lo porti fino al giorno dopo. Ma quale informazione state ricevendo? Che tipo di discriminante cercate nel flavours? Gusto personale, forse?

Dopo diversi anni, un’idea me la sono fatta. Tralasciando gli aspetti chimici dei flavours come composizione, diluenti, ph e altri concetti teorici, alla fine te ne fai una ragione: le carpe abboccano su tutti i flavours. Anche a quello all’aroma di melacotogna. Che senso ha sceglierne uno rispetto ad un’altro? Non è che li mettono nelle boilies per catturare i carpisti e vendere di più? Sarà forse colpa delle scie chimiche?

Scherzi a parte, assolutamente non credo che i flavours siano irrilevanti, ma neanche ci perdo il sonno per scegliere quale sia il migliore da usare. E’ importante capire che ruolo ha il flavours, piuttosto che conoscerne la composizione o sniffarlo.

Focalizziamo l’attenzione sulle ragioni del perché dovremmo usarlo. Dopo tutto, tutte le ricette (o quasi) di boilies contengono flavours. Quando apriamo a metà una boilies e la odoriamo, per lo più apprezziamo il flavours. Come se questo fosse un profumo di una donna. Sovrasta l’odore “naturale” e ne identifica chi lo porta. In definitiva, il flavours è un caratterizzante, come il nostro nome.

Mh, ti chiamerò Fragola. Bene. Ciao Fragola. Andiamo a prenderci un caffè?

Fragola accetta l’invito e prendiamo il primo caffè assieme. Paga Fragola. Esaltato, invito di nuovo Fragola per un secondo caffè. Questa volta pago io. Al terzo invito pago ancora io. Credo di non andare più con Fragola a prendermi il caffè, ho paura di dover pagare di nuovo. Poi però non resisto, scatta l’invito e…pago di nuovo io.

Sai che c’è, vaffanculo Fragola!

L’ ho presa larga per spiegarlo, ma potrebbe succedere questo “meccanismo” in una carpa che identifica una probabile fonte di cibo tramite il segnale chimico che emana. Inizialmente cauta, la carpa prende fiducia e poi ne approfitta. I pesci non ragionano, ma l’istinto di cibarsi di quella grande quantità di cibo prevale sulla paura. Poi arriva la prima allamata, e anche la seconda. Ora la carpa associa Fragola al pericolo. Difficilmente tornerà a cibarsene. Dopo l’ennesima inculatura, la carpa ha imparato a stare alla larga da Fragola. Passera del tempo prima di dimenticare.

Beh, non è sempre utile usare il flavours, non è sempre la cosa giusta usare lo stesso, non è detto che dobbiamo farne a meno. La soluzione è nella conoscenza del posto che andiamo a frequentare. Il flavours non è la soluzione, è l’arma.

Non deve essere un capriccio del carpista. Non possiamo usare lo squid solo perché ha sempre funzionato. “Sempre” è un avverbio di tempo che nella pesca non ha nessun significato. Le variabili che regolano l’ecosistema in cui peschiamo mutano continuamente. Scordatevi il sempre, ok!?

Detto questo, possiamo fare un’altra considerazione. Ipotizziamo di usare un flavours “catturante” per un determinato spot. Questo flavours svolgerà il suo compito indipendentemente dalla pallina che lo contiene?

Secondo un test effettuato da Rod Hutchinson e riportato sul libro The Carp Strikes Back, la carpa riesce ad andare… oltre il flavours. Rod parla di un esperimento effettuato in un lago con l’utilizzo del flavours al Lobster. Il Lobster aveva dato esiti molto positivi nelle pescate precedenti. Rod e i suoi amici decisero di verificare il rapporto che c’era tra il flavours e le diverse tipologie di boilies. Così decisero di fare un esperimento. Rollarono una pallina contenente farine di pesce ed una contenente birdfood, ma entrambe avevano il flavours Lobster come additivo.

Le carpe caddero tutte sulle palline al pesce. Preferenza o coincidenza?

L’esperimento effettuato da Rod ci porta a fare delle interessanti considerazioni. Probabilmente le farine proteiche hanno una loro impronta aromatica, che noi non percepiamo. Il flavours, unito al mix proteico, potrebbe indicare qualcosa che sia più attrattivo dello stesso aroma abbinato a farine non proteiche.

In pratica, lo stesso flavours da solo, non avrebbe un ruolo determinante nella cattura. Ovviamente, mi tocca precisare che non parliamo di odori come li intendiamo noi umani, ma di rilevamento di sostanze chimiche disciolte in acqua. C’è una parola che stà ad indicare questo meccanismo: CHEMORECEZIONE. Salto deliberatamente il discorso su cosa sia e come funzioni l’apparato chemorecettivo delle carpe. In Italia si utilizza poco questo termine. Un concetto così importante, che dovrebbe condizionare gran parte delle nostre scelte, è quasi totalmente ignorato. (non dico del tutto, ma poco ci manca).

Tornando al discorso principale, la carpa sembra essere attratta dalla combinazione esca proteica + flavours. Ma non è tutto, se ci riflettete possiamo trarre altre importanti linee guida:

  1. Nel caso peschiate in luoghi sconosciuti, prediligete flavours che nel tempo si sono guadagnati l’appellativo di cattura carpe come fragola, scopex, ananas, monster crab o squid; sarà più facile trovare una carpa disposta ad assaggiarli;
  2. se decidete di fare una campagna di pasturazione, acquistate il flavours che ha la confezione più impolverata. Sicuramente non avrete altri carpisti in zona che utilizzano lo stesso flavours. Nessuno beneficerà della vostra pre-pasturazione.;
  3. utilizzate flavours con un rapporto di concentrazione 1000 a 1 così da doverne inserire al massimo 5 ml in un kg di mix;
  4. se acquistate boilies ready made (già pronte) non scervellatevi solo sull’aroma. Leggete la tabella nutritiva e controllate le percentuali di proteine e grassi. Le proteine aiutano la carpa nella ricostruzione dei tessuti mentre i grassi sono la fonte migliore di energia;
  5. nel dubbio se inserire un flavours o un olio essenziale nella vostra ricetta, sappiate che lo Zio Rod prediligeva di gran lunga il secondo.

I test ci possono indicare delle vie da seguire per raggiungere importanti risultati. Ma l’insegnamento più grande è che non dobbiamo dare nulla per scontato. Conoscere il più possibile i materiali che utilizziamo è il primo step per il successo.

Good Vibes!

Valentino D’Intino