Faccio il nodo senza nodo, innesco una boilies, lancio e aspetto. Vi siete resi conto che non basta fare questo per dire di praticare il Carpfishing?
 
Quando ho iniziato io (non fatemi contare gli anni, vi prego) più che una tecnica era una rivelazione.
“Vuoi prendere delle carpe giganti? Pratica il Carpfishing.” “Come si fà? Nodo senza nodo, boilies, segnalatori. Le carpe arriveranno da sole.”
 
Ma non è così. L’ho capito io, con il tempo, con le delusioni e sicuramente credo che ve ne siete accorti in tanti.
All’inizio, carichi d’entusiamo, ci focalizziamo su gli aspetti secondari, su stereotipi, senza capirci un cazzo.
 
“La pallina al pesce, perchè a me la frutta non piace.”
 
“Piombi sono inline perche io con la girella non ci pesco.”
 
“Indicatori a catenella perchè sono più english.”
 
Ne spariamo di cazzate. Risultati, però, pochi. Lo schiribizzo di mollare e mettere tutto sul mercatino ci passa sempre per la mente. Siamo un pò delusi da questa tecnica che dà poco e costa tanto. Sia in intermini d’impegno economico che di tempo.
 
Ma e’ proprio qui che si vede il carpista, il pescatore cazzuto.
 
Dopo aver iniziato a pescare a carpfishing, c’è un primo momento di stallo. In molti abbandonano. Si arrendono. Ma non tu.
 
Se stai leggendo questo articolo è perchè fai parte di quelli che hanno accusato il colpo, ma non si arrendono.
 
La strada giusta è quella di resettarsi. Fare mente locale. Capire che i risultati arrivano sè lavoriamo, non se abbiamo l’esca miracolosa.
 
  1. Il primo step, dopo essersi fermati è studiare. Dobbiamo conoscere meglio il nostro avversario, le sue abitudini, le sue debolezze, il suo ambiente. Bisogna leggere e apprendere. E per quello che leggete il mio blog. Grandi, siete nella direzione giusta.
  2. Il secondo step è osservare. Fermatevi quando arrivate sul posto di pesca. Non aprite l’attrezzatura. Osservate, cercate, pasturate.
  3. Terzo step. Affrontatele. Solo ora potete pescarle.
 
La maggior parte dei neo carpisti inizia direttamente dall’ultimo step. Senza informazioni o con informazioni fuorvianti racimolate in giro.
 
Anche Stefano è un ragazzo che osserva, che ragiona, che prova. La sua soddisfazione sta nella ricerca, e poi nella cattura.
 
In una mail che mi ha mandato, ha scritto: “…innesco singolo senza pastura intorno ad esso, mi ha permesso di fare selezione delle carpe più grosse nei piccoli branchi di carpe che vedo (il fiume presenta un fondo massimo di 1 metro e mezzo circa, ma pesco a vista in 50cm d’acqua)…
 
In quel “che vedo” percepisco tutto il lavoro che c’è dietro ogni singola cattura.
 
Sò di essere una voce fuori dal coro. Nessuno vi scassa il cazzo come faccio io. Ma credo che ce ne sia bisogno. Bisogna seguire la logica, oltre la passione. Di foto di tramonti e tazze del caffè ne abbiamo il cellulare pieno.
 
E visto che non potete uscire di casa, studiate.
Good Vibes!
Valentino D’Intino