Il 21 Marzo ricorre l’anniversario della morte di Sir Len Middleton. Noi carpisti dobbiamo tanto a lui e al suo amico Kevin Maddocks. Perché?
Perché dalla loro arguzia, dalla loro curiosità e spirito d’osservazione, alla fine degli anni ’70, è nato l’ “hair rig”.
Chiamato così proprio perché, narra la leggenda, venne usato un capello umano come collegamento tra esca e amo. Si perché prima di quella intuizione, nella pesca alla carpa l’esca era sempre posizionata direttamente sull’amo.
Tutto bene, ma alcune carpe più grandi evitavano accuratamente l’innesco. Infatti l’amo creava un effetto “ancora” che limitava la mobilità dell’esca. Le carpe riconoscevano l’esca appesantita e la evitavano. Specialmente le carpe più grandi e scaltre.
Lo studio in acquario delle carpe portò ad intuire l’aspirazione e come quest’azione fosse compatibile con un esca esterna all’amo.
Dopo i primi test, le catture aumentarono, grazie alla “naturalezza” che l’ hair rig donava all’esca.
Da quel momento la pesca alla carpa non fu più la stessa.
Se Kevin e Len fossero andati semplicemente a pesca, senza farsi tante domanda, ora probabilmente staremmo a pesca con polentine e grappoli di vermi.
La loro curiosità ,la voglia di migliorare la tecnica, ha permesso lo sviluppo di una delle tecniche più affascinanti che esistono e che anche tu, se stai leggendo questa mail, pratichi: il Carpfishing.
L’insegnamento che possiamo trarre da questa storia è che dobbiamo approfondire le nostre conoscenze, per capire le dinamiche e portare la nostra personale tecnica ad un livello superiore.
Per questo motivo, in questi giorni di “pausa forzata“, possiamo accrescere la nostra cultura, grazie anche a questo Blog che regolarmente aggiorno con articoli di tecnica, biologia, approcci mentali e nuovi prodotti.
Ripassare i fondamentali è importante e spesso trascuriamo questo aspetto per il poco tempo a disposizione.
Ora non abbiamo scuse. Prepariamoci per il momento in cui torneremo sulle sponde.
Good Vibes!
Valentino D’Intino
Commenti recenti