In questo articolo ti mostrerò, da un lato come la forma e la struttura della carpa influiscono sulla scelta della lunghezza dei terminali e dall’altro l’importanza di utilizzarne pochi, come i grandi carpisti inglesi.
Siete pronti?
Partiamo.
Nel Carpfishing, il terminale è tra gli argomenti più dibattuti, secondo solo all’esca.
Il problema, però, è che in giro se ne trovano moltissimi, tanto da riuscire a confondere il carpista più esperto.
Senza una guida, e con poche informazioni a disposizione, è molto difficile avere delle idee chiare.
Ma la domanda che ti faccio è: secondo te, esiste un terminale infallibile?
Se pensi di si, troverai questo articolo molto interessante!
Sicuramente ti sarà capitato di vedere foto di catture realizzate con tantissimi terminali diversi, a dimostrazione del fatto che non esiste un solo terminale efficace.
Per questo motivo, ogni carpista ha nella sua borsa una quantità spropositata di terminali, tutti rigorosamente diversi fra loro: dal rigido al morbido, dai pop-up agli affondanti.
Molte volte si prova un nuovo terminale, ma se non ci si cattura nulla lo si getta assieme a tutti gli altri nella rig box.
Ebbene, siamo sicuri che quel terminale non funzioni?
Il messaggio che vorrei trasmettere è questo: NESSUN TERMINALE E’ INFALLIBILE (o inutile).
Ogni terminale ha la sua massima resa in particolari condizioni.
Ora ti starai chiedendo:
“Ma quali sarebbero queste particolari condizioni?”
Bene.
Per individuarle, bisogna scegliere al massimo 3 o 4 tipologie di terminali e usarle durante tutto l’anno (e in tutti i possibili ambienti).
Adesso, vediamo quali sono gli aspetti da tenere in considerazione, quando si decide di fare pulizia nel proprio porta terminali.
COSA VALUTARE DI UN TERMINALE
Gli aspetti fondamentali da tenere in considerazione sono:
- Carpe: le carpe non sono tutte uguali, poiché l’ambiente in cui vivono condiziona le loro abitudini alimentari. La carpa della diga si alimenterà in maniera diversa rispetto a quella dei laghi più piccoli;
- Fondale: il fondale duro è il più ricercato dai carpisti, ma soltanto perché molti di loro non hanno idea di come si dovrebbe pescare sul morbido (silt). Se ti interessa questo argomento (Clicca qui);
- Esca: esistono tre categorie che sono rispettivamente: affondanti, bilanciate e popup. Ovviamente, queste richiedono terminali costruiti in maniera diversa;
- Tecnica di pesca: il nostro stile di pesca influisce sulla scelta del terminale, per cui lanciare a 100 metri o pescare con la barca, richiede terminali diversi.
Non ci crederesti mai, ma tutti i grandi carpisti inglesi – in base alle loro testimonianze – pescano con 3 o al massimo 4 rig.
Infatti, solo utilizzando sempre gli stessi terminali potremo comprendere come trarne il massimo vantaggio da ognuno di loro.
In pratica, devi essere pienamente convinto di quello che stai facendo.
Non puoi permetterti, dopo 12 ore di pesca, di recuperare un terminale e trovarlo tutto aggrovigliato.
E, se così fosse, sappi che hai trascorso 12 ore a campeggiare, e non a pescare.
Ora vediamo come ogni tipo di carpa ha un comportamento differente a seconda della taglia.
LA MORFOLOGIA DELLA CARPA INFLUISCE SULLA SCELTA DEL TERMINALE
Ti sarai sicuramente accorto che le carpe non sono tutte uguali.
Questo aspetto ci conduce, senza dubbio, a “calibrare” ulteriormente il nostro terminale, sempre tenendo in considerazione quale specie di carpa vogliamo catturare.
La forma e la struttura della carpa influisce direttamente sul suo modo di mangiare, mentre indirettamente condiziona un altro aspetto del terminale che, spesso e volentieri, viene trascurato.
E quale sarebbe?
Te lo dico subito: La lunghezza.
COME CALCOLARE LA LUNGHEZZA DEL TERMINALE
Per comodità o per pigrizia, costruiamo terminali sempre della stessa lunghezza.
Questa abitudine – che rappresenta, in realtà, un grosso errore – dimostra come noi sottovalutiamo continuamente l’obiettivo della nostra pescata, ovvero le carpe che vorremmo, in teoria, catturare.
- Le Carpe lunghe e sottili riescono ad aspirare il cibo semplicemente accostandosi sul fondale;
- Le Carpe “panciute” devono ruotare su se stesse per avvicinare la bocca al fondo.
In quest’ultimo caso, il terminale dovrà essere più lungo per permettere all’amo di ruotare e posizionarsi correttamente nel labbro inferiore.
La lunghezza del terminale deve essere calibrata in base alla natura del fondale, alla distanza di lancio e, soprattutto, in base alla specie di carpa che si vorrebbe catturare.
Ma non solo!
Ricordati, per ottenere una ottima autoferrata, devi calcolare anche il giusto rapporto tra la grandezza dell’amo e il peso del piombo.
Sul nostro blog ti svelo un come calcolare questo rapporto nell’articolo “Un trucco per diminuire le slamate”. (Se vuoi leggerlo CLICCA QUI)
Purtroppo, molti preferiscono che qualcun altro gli dica subito quale sia la lunghezza giusta del terminale, piuttosto che ragionarci sù.
Se stai leggendo questo articolo vuol dire che non sei tra quei carpisti che si affidano al fato o ai consigli di chissà quale guru.
Io e il mio gruppo seguiamo un percorso ben preciso per apprendere il Carpfishing: studiare la biologia, imparare le tecniche migliori, scegliere l’attrezzatura più adatta.
Ti consiglio di seguire questo percorso, continuando a frequentare il gruppo Facebook InFORMAZIONE|Kraken Store Carpfishing.
Condividi le informazioni con i tuoi amici, scrivimi ogni volta che ne senti il bisogno e divertiti. (valentino.dintino@gmail.com)
N.B. – Se vi è piaciuto l’articolo, e volete approfondire la tecnica, potete leggere anche questi articoli:
- Un trucco per diminuire le slamate (Clicca qui);
- Come scegliere la postazione (Clicca qui);
- Il punto segreto sul fondo di qualsiasi lago (Clicca qui);
- 7 consigli pratici per allungare la vita alle carpe (Clicca qui);
- Come catturare di più usando un semplice pennarello (Clicca qui);
Fatene buon uso.
Good Vibes!
Valentino
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