Se anche tu pensi, come in tanti, che l’unico modo per catturare una carpa e scongiurare un cappotto sia quello di continuare a buttare in acqua esche naturali, ad intervalli regolari ma senza una logica, allora questo articolo potrebbe esserti utile per riflettere sulla tua unica, e forse sbagliata, strategia di pesca alla carpa.
La pesca della carpa è sinonimo di pasturazione e attesa. Da sempre. Quando ho iniziato a pescare carpe qualcuno mi disse questa perla di saggezza “…e poi fai un letto di pastura così fermi le carpe nel tuo spot”. Da quel momento in poi, ho sognato ad occhi aperti grosse carpe panciute impegnate a ripulire lo spot dalla pastura. O quanto meno, l’ho sempre sperato.
E’ capitato anche a te?
Si, ci sono stati momenti in cui ho avuto partenze multiple e ravvicinate, ma non si è mai avverata la profezia delle catture “una dietro l’altra senza tregua”, almeno in ambienti naturali.
Senza sminuirmi, posso affermare che “fare una strage di carpe” non è stata una costante delle mie pescate.
E proprio perché non mi è mai successo di dover togliere le canne dall’acqua per le troppe catture che mi sono affidato all’eqauzione “più cibo = più carpe“, continuando a pasturare come un mulo, a testa bassa, perché “così si fa” oppure “così si è sempre fatto”.
Ma vale veramente la pena optare per una strategia di pasturazione e attesa, senza considerare altri importanti fattori e confidando nel luogo comune che vede la carpa paragonata ad un maiale onnivoro e affamato?
Direi di no.
La carpa non è un maiale, nonostante sia onnivora, e come qualsiasi altro animale la sua attività biologica è strettamente collegata all’ambiente in cui vive. Ambiente che varia continuamente, al variare delle stagioni, del giorno e della notte, e della presenza dell’uomo.
Ecco perché, nella pesca alla carpa, non ha senso parlare di “si è sempre fatto così”.
Qui scatta la richiesta di un gesto coraggioso: te la senti di abbandonare le vecchie abitudini e scegliere di capire cosa succede alle carpe quando vedono decine e decine di boilies sul fondo del lago?
Non sei curioso di sapere se le carpe, una volta individuato un letto di pastura, rimangono in quel punto finché non viene spazzolato anche l’ultimo chicco di mais, permettendoci di catturarle tutte?
Bene, avevo il sentore che fossi una persona intelligente. Allora, indaghiamo in modo più approfondito, senza pregiudizi.
Iniziamo col parlare della leggenda di cui ti accennavo prima, ovvero quella seconda la quale una carpa è un maiale d’acqua dolce. Solo per il fatto di essere onnivori, non vuol dire che le carpe mangino qualsiasi cosa gli proponiamo. O quanto meno, non tutte le carpe sono così.
Per questo motivo, continuare a sperare nell’abbondanza di una pasturazione, nella naturalezza delle granaglie o nella voracità di un pesce, è un grosso errore.
Le carpe sono animali altamente efficienti, capaci di non mangiare per giorni, risparmiando energie, e di attingere calorie da diverse fonti di cibo e in diversi modi. Banalizzare il sistema con cui una carpa si alimenta semplifica ingiustamente la nostra pesca e ti porta a ragionare nel modo sbagliato. Meglio chiarirlo subito: la carpa mangia lo stretto necessario per vivere, crescere e riprodursi. E lo fa mangiando cose “sicure” per lei, cibo che conosce bene, che è in grado di trovare e con un buon rapporto di efficienza proteica.
Che, chiariamo subito, non sono le tue esche.
E scordiamoci anche l’altra storiella delle carpe curiose che ingeriscono cibo tanto per assaggiarlo. Se una carpa ha aspirato la tua esca, vuol dire che in quel preciso momento la riteneva utile alla sua sopravvivenza.
Ogni volta che una carpa si trova di fronte una boilies se la sta giocando alla roulette russa: la mangio o non la mangio?.
Per cui, rilassati: non hai trovato l’esca infallibile. La stessa situazione avrebbe potuto avere esito negativo, in condizioni diverse. Mi spiace, nella pesca non ci sono i cheat come nei videogame. Solo tanto studio e tanta pratica.
Aspetta, non ti sto dicendo che dobbiamo affidarci alla fortuna, anzi. Intendo che una singola carpa allamata ci dice poco di un’esca. Abbiamo bisogno di un data-base con molti dati, che vanno studiati.
Per questo motivo è IMPOSSIBILE tirar fuori esche dal cilindro magico ogni anno. Tu non dovresti aspettartelo da un’azienda e loro non dovrebbero farlo.
Ora, se sei tra quelli che cambiano esca ogni fine settimana o che mandano messaggi privati ai carpisti su Instagram per avere un kilogrammo delle loro “palline magiche”, lascia perdere questo articolo e continua nella tua affannosa e insensata ricerca.
Se invece vuoi capire (o quanto meno provarci) che diavolo combina una carpa quando vede delle esche sul fondo, allora procurati un Ibrupofene per l’imminente mal di testa e concentrati su questi aspetti fondamentali:
1- Localizzazione: per catturare una carpa dobbiamo intercettarla. Dimentica le attrazioni chilometriche della tua pasturazione oppure preparati a campeggiare sulle sponde per settimane.
Questa è la skill FONDAMENTALE per qualsiasi bravo pescatore e di qualsiasi tecnica. Non si può comprare, non basta un ecoscandaglio e si acquisisce pescando. Un concentrato di cazzutaggine che ti devi guadagnare col sudore. Il famoso “senso dell’acqua”.
Se hai iniziato a pescare da poco, probabilmente non ti è ancora chiaro il concetto di localizzazione, ma ti stai concentrando solo su esca e terminale. Ed è un errore grave, anzi di più.
Se non ci sono carpe nella tua area di pesca, puoi solo sperare in qualche pesce solitario che si è allontanato dal gruppo oppure in un repentino cambio climatico. In caso contrario, si torna a casa a mani vuote.
Certo, potendolo fare, è più profittevole cambiare posto di pesca durante una sessione invece che fare le ragnatele. Ma questo dipende dalle regole del lago e dalla tua forza di volontà.
Ma io sono ottimista e sono certo che hai scelto il posto migliore. Quindi si va di pastura, anzi una pasturazione “naturale” cosi da non spaventare le carpe.
Mah, sei certo di sta cosa? Dopo quello che sto per dirti probabilmente mi odierai, ma non ha importanza perché non sono il tipo di persona che dice bugie per farsi voler bene.
2- Esche naturali: le esche naturali per la carpa non esistono. Scordati che il tuo spod mix a base di ceci, fave e bigattini possa rappresentare del cibo naturale per la carpa.
Qualsiasi cosa (o giù di lì) buttiamo sul fondo del lago e’ INNATURALE per le carpe. Si, lo so che stai usando mais, tigernuts e canapa. Ma ti sembra che queste cose nascono sul fondo dei laghi?
Ovviamente no, per cui ogni qual volta che utilizzi un’esca, qualsiasi essa sia, questa si presenterà come un pericolo per la carpa. Il vantaggio che hai nell’usare le granaglie è che sono piccole, per cui più similari al vero cibo naturale delle carpe. Rispetto ad una boilies da 24mm, l’impatto delle carpe sulle granaglie sarà “di norma” meno sospettoso, ma pur sempre sospettoso.
Per questo motivo, spesso si usano le granaglie in ambienti dove non si è mai pescato. Solo dopo le prime catture, fatte le dovute considerazioni, si utilizzano le boilies per “alzare il tiro” e focalizzarsi su pesci di taglia maggiore.
E se volessi usare veramente esche naturali? Bene, puoi usare il bloodworm (chironomo) che la carpa trova in natura e che viene anche commercializzato (di solito congelato). E’ naturale, è vero, ma ha la capacità di selezione pari a ZERO perché il bloodworm viene predato da qualsiasi pesce.
Potresti usare i frutti che cadono “naturalmente” nel lago, come ghiande, more, fichi… ma sono stagionali, mentre il bloodworm è presente tutto l’anno.
Quale obiettivo ti sei preposto: Scappottare? Catturare tante carpe? Prendere la più grande?
Ecco che il nostro obiettivo, quello che ci siamo prefissati di raggiungere, è il driver delle nostre scelte.
Ma complichiamo la situazione.
3- Finestra temporale di alimentazione: la carpa non è sempre alla ricerca di cibo.
Essere bravo ad individuare le carpe e proporre un esca adatta, non è sufficiente. Anche sbattergli davanti il muso chili e chili di esche non la indurrà (per forza) a mangiare. Le carpe non setacciano continuamente il fondale come dei vongolari.
Il motivo principale è che la carpa non ha lo stomaco, per cui non riesce ad ingerire grandi quantità di cibo in poco tempo.
Questo concetto di biologia della carpa deve diventare di dominio pubblico. Non possono esserci ancora pescatori di carpe, che siano feederisti o carpisti o specialisti, che parlano di stomaco della carpa.
Ora che anche tu lo sai, fammi un piacere. Se ti trovi di fronte un personaggio che dice “no perché le mie esche non bloccano lo stomaco delle carpe e sono fatte con farine naturali” tu semplicemente girati e corri lontano oppure smetti di guardare quel video. Evita di perdere tempo con le fonti non attendibili, con coloro che credono che la pesca sia solo “bella ragà, spinner rig, ciò sempre preso“.
Non possiamo permetterci il lusso di perdere tempo (la cosa più preziosa che abbiamo) con argomenti futili e informazioni inesatte.
Il dato, l’informazione, l’esperienza, è imprescindibile! Condividerla, poi, è quanto di più nobile ci possa essere per una crescita sana e rapida di un pescatore.
Capisci ora perché dico che i video “under water”, ovvero quelli in cui si vedono le carpe mangiare, sono importanti? E invece ci sono carpisti che me la menano col fatto che io sono fissato con questi video, mentre per loro è fondamentale trovare uno spot dove ci sia una piazzola adatta per montare tre gazebo e bivaccare fin quando qualche pesce intercetti i loro inneschi.
Mi è partito l’embolo, ma mi calmo.
Torniamo alle carpe. La carpa è più simile ad una gallina che becca il terreno alla ricerca di cibo che ad un leone che fa una scorpacciata di zebra e sta bene per una settimana.
Una volta che il suo intestino è pieno, la carpa smette di mangiare.
Per cui, per avere maggior possibilità di successo, dobbiamo intercettare la carpa nella “finestra temporale” in cui sta mangiando.
E’ vero, mangia spesso, ma non sempre. Il periodo in cui si alimenta varia in base alla grandezza della carpa, al cibo naturale disponibile nel lago, alla quantità di carpe presenti e ad altri fattori ambientali. Ma c’è un fattore che condiziona più di tutti la carpa. Rullo di tamburi: la temperatura dell’acqua.
Con le temperature più calde la carpa è più attiva, ed è più attivo anche il suo intestino che, come risultato, si svuota più velocemente.
Ecco spiegato perché in estate catturi più carpe che in inverno. Ora è semplice capirlo, perché hai in mano le informazioni giuste.
Ma torniamo all’intestino.
Quando l’intestino è pieno, la carpa sente meno il bisogno di alimentarsi. Per cui, nonostante tu abbia apparecchiato dell’ottimo mais cotto a dovere (si spera) e con l’aggiunta di liquidi attrattivi, la carpa potrebbe tranquillamente sfancularlo.
Cioè, proprio va oltre.
Allo stesso modo, in caso di carenza di cibo naturale e con l’intestino vuoto, la carpa potrebbe restare su quel ben di Dio per diverso tempo.
Lo stesso mais, la stessa carpa, risultati diversi.
La carpa non ha lo stesso grado di “diffidenza” nei confronti della nostra pasturazione. La spaventa una boile per il semplice fatto che è una boile, ma potrebbe azzardare se ne vale la pena.
Diffida in maniera diversa durante l’arco dell’anno, ma anche durante la stessa giornata. Per cui, nel momento in cui Lei si sta alimentando trova le nostre esche, potrebbe essere meno diffidente. Così come potrebbe snobbarle se già sazia di lumachine, chironomi, girini e plancton.
Stesso pesce, stesse esche, comportamenti diversi.
Lo studio della nostra esca, avrai capito, richiede molto, molto, molto tempo. Figuriamoci quando cambiamo continuamente esche e luoghi di pesca.
Capisci ora la cazzata assurda di voler sempre qualcosa di nuovo?
Le variabili rendono la pesca talmente complicata che, a torto o a ragione, alla fine ti affidi alla botta di culo.
Oppure, potresti fare come faccio io, provare a “unire i puntini” per capire cosa fare per avere la massima resa con il tempo a disposizione.
Questo modo di agire è difficile, lo ammetto. Non è per tutti. Almeno all’inizio. Non è detto che hai iniziato a pescare per tornare a casa con il mal di testa, per carità.
Dico sempre che ogni pescatore ha un motivo per pescare: chi per rilassarsi, chi per divertirsi, chi per fare Reel su Instagram e chi per riuscire a vincere la diffidenza di un avversario fortissimo.
Per me, la pesca non è quell’attività rilassante fatta di scampagnate e attese interminabili che in tanti si immaginano.
Probabilmente, se mi leggi da un po, lo avrai capito.
Se condividi con me questo modo di affrontare la pesca alla carpa, che sicuramente non è l’unico praticabile ma che ritengo il più avvincente, è indispensabile approfondire i concetti di biologia della carpa, praticare il più possibile, mettere a confronto le esperienze e cercare le strategie migliori per catture.
E’ impensabile, nel 2022, cercare l’esca magica per catturare senza faticare. Più informazioni abbiamo e prima arriviamo all’obiettivo che ci siamo prefissati.
Ora tocca te scegliere cosa fare. Continuare a cercare l’esca magica, quella che attira la carpa come una calamita attrae un chiodo, oppure usare il cervello.
Capisco anche che non è facile trovare qualcuno con cui discutere di certi argomenti e dialogare civilmente senza i vari “ma io ho sempre fatto così” oppure “ma tanto l’importante è rilassarsi” oppure “quello non è il vero carpfishing”
Per questo motivo ti lascio tre strumenti gratuiti con i quali potrai sicuramente migliorarti come pescatore:
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“Vale, alla fine mi stai dicendo che per catturare carpe servono poche esche?”
No, non direi mai una cosa del genere.
Pasturare molto, pasturare poco, non pasturare affatto sono strategie di pesca. Bisogna saperle utilizzare quando hanno la massima resa. L’articolo ha l’intento di distruggere il luogo comune per cui pasturare di più vuol dire attirare più carpe e per più tempo. Potrebbe anche essere così, ma non è una regola.
Spero di averti trasmetto il modo corretto di affrontare la pesca della carpa.
Good Vibes!
Valentino