Come pescatori, spesso pensiamo di aver trovato la configurazione perfetta per la nostra attrezzatura, solo per essere smentiti dalla realtà. Questo è esattamente ciò che è successo a Jamie Simpson, pescatore esperto di Avid, quando ha visto uno dei suoi rig più affidabili venire espulso con facilità da una carpa. In quel momento, ha capito che qualcosa doveva cambiare.
Osservare per imparare: l’inizio della trasformazione
Per chi come Jamie è affascinato dall’osservazione del comportamento dei pesci sott’acqua, notare come le carpe si alimentano e reagiscono ai rig è stato un punto di svolta. Tutto è cominciato durante una normale sessione di pesca: mentre utilizzava il suo fidato Reverse Combi Rig in una giornata apparentemente come tante, una carpa è riuscita a risucchiare l’esca e poi a espellerla senza difficoltà. Quel rig, che finora aveva garantito numerose catture, improvvisamente si è rivelato inadeguato.
Jamie ha subito capito che il problema risiedeva nella mancanza di resistenza: la carpa non avvertiva abbastanza pressione dal piombo e riusciva così a liberarsi. Questa osservazione lo ha spinto a tornare al tavolo da lavoro, o meglio, al suo box da pesca, per ripensare l’intera configurazione.
Creare un rig che non perdona
Il punto di partenza della sua nuova idea era chiaro: ridurre al minimo il movimento del rig una volta preso il pesce. Utilizzando un piombo In-Line da 2,5oz e una sezione di trecciato Pin Down, Jamie ha sviluppato un rig che permette al piombo di applicare subito tutto il suo peso sul pesce, riducendo drasticamente le possibilità che il rig venga espulso senza danni.
Dopo aver testato il nuovo rig con una combinazione di esche e mix di pellet, Jamie si è accorto che il suo Chod Rig era troppo lungo. Lo ha così accorciato per far sì che l’esca si trovasse ad appena un centimetro e mezzo dal fondo del lago, offrendo una presentazione molto più efficiente.
I primi test: risultati e modifiche
Alla prima prova pratica, una carpa ha abboccato quasi immediatamente, ma dopo pochi secondi la presa si è allentata e il pesce è scappato. Un fallimento? Non proprio. Jamie ha capito subito il problema: con un terminale così corto, il piombo non si staccava abbastanza velocemente, causando il rilascio dell’amo.
La soluzione? Modificare il rig in modo che il piombo potesse staccarsi più facilmente durante la lotta con il pesce. Con l’aggiunta di inserti più larghi nel piombo, Jamie è riuscito a risolvere anche questo problema.
Il test definitivo: perfezionare l’approccio
La vera prova del nove è avvenuta qualche giorno dopo, in una piccola baia di un lago di 15 acri. Jamie si è imbattuto in un gruppo di carpe in una zona poco profonda, perfetta per testare il nuovo rig. Dopo aver attirato i pesci con qualche boilie, ha posizionato il rig in modo strategico. Questa volta, la carpa ha preso l’esca senza sospetti: il piombo si è staccato correttamente e l’amo ha fatto presa in maniera perfetta, proprio al centro del labbro inferiore della carpa.
L’importanza del contesto: perché funziona?
Questo rig, così attentamente sviluppato, ha dimostrato di funzionare al meglio in ambienti competitivi e non. Ma la vera forza di questa configurazione risiede nella sua capacità di affrontare le carpe più diffidenti. Se un rig è in grado di funzionare in margini dove i pesci sono più guardinghi, allora sarà certamente efficace anche a distanze maggiori.
Conclusione
La pesca è una scienza in continua evoluzione, fatta di tentativi, osservazioni e correzioni. Quello che Jamie ha imparato con il suo rig perfezionato è che l’attenzione ai dettagli può fare la differenza tra una giornata senza catture e un successo straordinario. Utilizzare un rig che minimizza il movimento e sfrutta subito il peso del piombo è una strategia vincente, soprattutto quando si pesca in ambienti dove i pesci sono particolarmente diffidenti.
E tu, hai mai modificato i tuoi rig per renderli più efficaci? Quali trucchi utilizzi per garantire che il piombo faccia presa immediatamente? Lascia il tuo commento e raccontaci la tua esperienza!
Fonte: https://www.carpology.net