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In questo articolo cercheremo di capire come funziona la vista della carpa, uno tra i più astuti essere viventi, con delle potenzialità che fanno impallidire il più evoluto dei mammiferi.
Parleremo della forma dell’occhio, del cristallino, del campo visivo, la vista laterale, come funziona la vista in superficie e la vista a colori.
Siete pronti? Partiamo
Molti carpisti continuano a dare troppa importanza solo agli aromi delle esche: in pratica guardiamo il dito e non la Luna.
Inoltre, in negozio molti si ostinano ad acquistare le boilies trascurando il loro colore, attratti solo dagli odori manco fossimo cani antidroga in un aeroporto colombiano.
Ora starete pensando: “Ma allora ci stai dicendo che l’aroma conta poco?”
Vi rispondo con un’altra domanda:
Vi siete mai chiesti se le carpe possano o meno vedere i vostri inneschi o le vostre pasturazioni?
Beh, molte volte, quando queste vi saltano davanti, è perché vogliono vedere chi è il pivello che ha fatto quella montatura.
Dicono: “fammi salire un attimo in superficie per vederlo… ah, è quello della settimana scorsa”.
Ovviamente, scherzo XD
Ora parliamo della forma dell’occhio.
- La forma dell’occhio
Partiamo dalla forma dell’occhio della carpa che, verosimilmente, è simile al nostro.
Per questo motivo, in passato, si sono fatte molte analogie tra noi e le carpe. Ovviamente sbagliando.
Con gli studi recenti sull’allevamento delle carpe koi, molto si è scoperto sull’occhio delle carpe e sulle sue abilità.
Parte di questi studi sono stati presi in esame da Jon Wood, biologo marino ed esperto in allevamento di pesci, nella stesura del libro Carp Fishing Science, a cui ho deliberatamente fatto riferimento per la produzione di questo articolo.
L’occhio umano è capace di osservare molto bene l’ambiente che lo circonda, ma in acqua la vista diventa sfocata. Questo è dovuto all’angolo con cui la luce entra in acqua.
L’occhio della carpa, invece, grazie alla sua forma “bombata” e al fatto di possedere lo stesso indice di rifrazione dell’acqua, è in grado di vedere in maniera molto nitida all’interno del suo habitat.
Ci sarebbero molti tecnicismi da citare per spiegare concetti di fisica e di biologia, ma noi non siamo scienziati, per cui prendiamo per buoni i risultati degli studi.
Però, questa forma bombata dell’occhio crea anche un forte svantaggio. Infatti, la carpa non riesce ad adattarsi ai cambi repentini di luce, come invece riusciamo a fare noi.
Sono stati fatti esperimenti in acquario, dai quali è emerso che le carpe impiegano anche 15-20 minuti per adattarsi ad una variazione improvvisa di luce.
Questo fatto ci deve far riflettere. Sono questi i due momenti della giornata in cui la quantità di luce cambia velocemente.
Abbiamo sempre saputo di quelle “ore magiche”, ma non ne conoscevamo il motivo. Infatti, durante l’alba e il tramonto le catture sono più frequenti perché beneficiamo di questo deficit della carpa.
- Il cristallino all’interno dell’occhio
Il cristallino è una lente trasparente all’interno dell’occhio, che, assieme alla cornea, ci aiuta a mettere a fuoco.
Nell’occhio della carpa, il cristallino ha una forma molto convessa. Ecchevordì?
Vuol dire che, nelle condizioni di luce stabile, il principale meccanismo usato per la localizzazione del cibo è la vista.
Ecco perché gli aromi contano solo in parte.
In pieno giorno, dunque, le carpe cercano il cibo con la vista.
Dunque, abbiamo detto che la carpa ci vede, che ha qualche difficoltà nei momenti di variazione della luce e che la vista è il principale mezzo di ricerca del cibo.
Ora la domanda è: Ma quanto è grande il suo campo visivo?
- Il campo visivo e la vista laterale
Sempre grazie alla particolare conformazione dell’occhio, la carpa ha una vista quasi a 360°.
Però, ci sono due zone cieche, in cui non vede, che sono proprio di fronte il muso e in prossimità della coda.
Per il resto, la carpa ha una vista tridimensionale nella porzione frontale e una vista bidimensionale nelle porzioni laterali.
Nell’ampia zona bidimensionale (sul lato), la carpa non ha la percezione della profondità per cui viene supportata da un sistema sensibile alle vibrazioni detto “linea laterale”.
La linea laterale permette di migliorare il senso di profondità. In effetti, in quest’area, i pesci reagiscono negativamente ai movimenti bruschi.
- Vista in superficie
A causa della rifrazione, tutta la luce che arriva dall’alto viene convogliata in un cono di circa 97°.
Come una grande cupola, tutta l’area visibile (esterna all’acqua) sopra la carpa si mostra come uno specchio in superficie.
Più gli oggetti sono nella parte centrale della cupola, più essi saranno verosimili nelle forme, mentre saranno distorti se posizionati lateralmente.
Questa immagine riflessa sulla superficie risulta tanto più nitida quanto più l’acqua è calma.
In caso di superficie battuta dal vento, ad esempio, le possibilità che la carpa ci confonda con l’ambiente sono alte.
La grandezza del cono è direttamente proporzionale alla posizione del pesce. Più la carpa si troverà in profondità e più sarà facile che questa ci avvisti.
L’argomento dell’acqua “rotta in superficie” è molto importante.
Nell’ultimo articolo pubblicato sul Blog, intitolato “Pensa prima di lanciare”, vi ho consigliato di pescare sulle sponde battute dal vento durante la stagione estiva.
Ecco, con le nozioni appena apprese supponiamo anche che quella sponda, più ossigenata e con maggior probabilità di trovarci pesci, è anche quella in cui le carpe fanno più fatica a vederci.
Non vi pare che tutti i tasselli prendano il loro posto?
Veniamo alla domanda da 1 milione di dollari che tutti, almeno una volta, si sono fatti (lo spero): visto che usiamo esche colorate, i pesci vedono a colori?
- Vista a colori
Innanzitutto, per la loro conformazione biologica, i pesci sono più bravi di noi a “raccogliere” la luce, riuscendo a vedere anche in condizioni di scarsa luminosità o in acque torbide.
Ma se parliamo di colori, la risposta è NO.
Le carpe non vedono a colori. Ma, c’è un grande “MA”.
Nonostante non abbiano la vista a colori, così come la intendiamo noi essere umani, le carpe hanno una percezione molto accurata dei contrasti, per cui riescono a distinguere molto bene le forme.
Ricordatevelo la prossima volta che penserete che innescare un dumbell o una boilies sia la stessa cosa!
Torniamo un attimo sul discorso dei colori.
Grazie agli studi sulle carpe koi (Hawryshyn & Harosi 1991) effettuati con la microspettrofotometria, è stato ipotizzato che la carpa, con buona approssimazione, è un animale “tetracromatico“, ovvero riesce a distinguere i colori rosso, verde, blu e l’ultravioletto.
Anche l’argomento ultravioletto era stato trattato nel video sul colore dell’esca, per cui non è una novità per coloro che mi seguono.
Però, qui c’è un però.
In un altro lavoro scientifico è stato dimostrato che alcuni pesci, tra cui la carpa, riescono a vedere il NIR, ovvero il vicino infrarosso. Questa è una notizia non da poco che ci spinge a fare delle importanti riflessioni.
Siamo passati da considerare la carpa un pesce dalla vista approssimativa e in scala di grigi ad un pesce dalla vista molto complessa, capace di percepire una gamma di luce che va dall’ultravioletto al vicino infrarosso.
Torniamo al discorso del NIR.
Il semplice fatto che la carpa possa essere sensibile al vicino infrarosso, potrebbe risolvere una questione insoluta che ci trasciniamo da tanto tempo:
La carpa si cattura di più nelle notti di luna piena o luna cieca?
La luce notturna, in particolare quella della Luna, è ricca di lunghezze d’onda lunghe, appunto dell’infrarosso.
Addirittura la luce delle stelle è più “rossa” di quella della Luna.
Questo dimostra che le carpe avrebbero una vista migliore nelle notti di luna piena o stellate. In queste condizioni, la carpa farebbe affidamento anche sulla vista per individuare il cibo.
Se fino ad oggi ci siamo focalizzati su un’esca ricca di amminoacidi, attrattori e stimolatori, ora sappiamo che la scelta del colore e della forma dell’esca ha la sua importanza anche quando peschiamo di notte.
Sono del parere che questi argomenti dovrebbero far parte del bagaglio culturale di tutti i carpisti.
Ora sappiamo che la carpa ha una vista molto articolata, fatta di viste bidimensionali, tridimensionali, contrasti e colori.
E’ bene prenderne atto e appuntare accuratamente i risultati delle prossime uscite per trovare analogie e schemi che ci aiutino in futuro.
Le informazioni contenute in questo articolo sono utili sia per approcciare le carpe nel loro ambiente (senza farsi sgamare) sia per aumentare le probabilità di rendere visibili le nostre esche.
N.B. – Se vi è piaciuto l’articolo, e volete approfondire la biologia della carpa, potete leggere questi articoli:
- L’aroma è tuo nemico se lo scegli con il naso (Clicca qui);
- Cosa induce la carpa ad aspirare la tua esca (Clicca qui);
- Come funziona la vista della carpa (Clicca qui);
- Le carpe ci ascoltano? (Clicca qui);
- Perchè le carpe saltano? (Clicca qui);
Fatene buon uso.
Good Vibes!
Valentino D’Intino
Ottimo articolo.👍
Grazie mille Fabio.
Bellissimo articolo
Grazie mille Enrico
Bel articolo bravo
Buona esposizione del problema
Presto avrò bisogno di materiale ci sentiamo
Molto utile . Bravo Vale
Molto utile . Bravo Vale