La domanda ricorrente che mi fanno, quando si parla di boilies, è “in questo periodo che cosa funziona?”. Sono questi i momenti in cui vorrei sciogliermi e scivolare dentro un tombino, per poi congiungermi e fondermi con l’Oceano. Il colpo di grazia viene dalla tipica affermazione: “boilies al pesce d’estate e alla frutta d’inverno”. Da qui in poi, le sinapsi si sbriciolano e il cervello diventa gelatina informe. Non ve la prendete con me, avete scelto una tecnica sviluppata grazie allo studio e l’intuizione di tanti carpisti inglesi. Il carpfishing è sinonimo di studio, tanto studio. Generalizzando, possiamo dire che la carpa mangia tutto, addirittura la plastica. Che senso avrebbe perdere tempo a studiare, informarsi, provare, testare, osservare? Beh, è l’essenza stessa di questa tecnica, nata per selezionare la sua preda.

In quest’articolo parleremo, in maniera molto leggera, di alcuni aspetti delle boilies che ci aiutano a fare la scelta giusta. Perché il mondo delle boilies è molto di più di “pesce e frutta“! 

  • Alcune esche attirano più pesci delle altre

Vi sarà capitato, come carpisti, di adoperare esche “evergreen” come il pane, la crisalide, il mais o i vermi. Queste esche, sono da sempre, tra le scelte principali di tanti carpisti. Nella nostra indole c’è una sorta di curiosità viscerale nei confronti dell’esca nuova, in un nuovo ingrediente o additivo. Poi però ci piace “vincere facile” e torniamo a rifugiarci in ciò che in passato ci ha regalato tante catture. Anche nel settore delle boilies, ce ne sono alcune immutabili, da anni. Ecco, queste boilies, o meglio queste ricette, hanno superato il test, aggiudicandosi l’olimpo delle ready made. Teniamole sempre a mente quando abbiamo dubbi su cosa innescare.

  • Alcune esche attirano pesci grossi, altre solo pesci piccoli

Io lo dico sempre: se avessi un’esca per catturare solo carpe grandi, sarei milionario. Ma non è cosi, purtroppo per me. Magari ci avete fatto caso anche voi, ci sono alcune boilies che inizialmente ci regalano pesci di taglia per poi catturare solo carpe piccole. Questo ovviamente succede nell’arco di una stagione, quando diamo tempo alle carpe più grandi (quelle più furbe, o meglio, più selettive) di identificare come “pericoloso” un elemento (o una combinazione di elementi) presenti in un’esca. Se succede avviene, le carpe più grandi evitano l’esca, restando disponibili ai pesci più piccoli, e meno selettivi. Quindi se stessimo utilizzando una boilies già fortemente utilizzata da altri carpisti, nello stesso lago, la probabilità di catturare le carpe più grandi sarebbe molto bassa, ed etichetteremmo quella boilies come “inefficace”.

  • Alcune esche sono interessanti mentre altre vengono mangiate

Non capita tutti i giorni di osservare carpe che si alimentano. Se però siete tra quelli più intraprendenti che si appostano sulle rive dei laghi per vederle mangiare, avrete notato che le carpe si avvicinano alle esche, ma non le aspirano. Questo potrebbe dipendere dalla “concentrazione” di un determinato elemento. Quale sia la giusta concentrazione è qualcosa che esula dalla capacità del carpista, ma è argomento tipico dei laboratori che si occupano di allevamento dei pesci. Per fare un esempio, ci fù uno studio condotto sui pesci rossi da un ricercatore giapponese che determinò la concentrazione ottimale di dimetilsolfoniopropionato (DMPT), un componente presente nelle alghe marine, che stimolasse i pesci rossi ad alimentarsi. Il valore è pari a 0.001 concentrazione molare. Ora, a patto di riuscire a inserire nella nostra esca la concentrazione giusta (che non è propriamente facile) dovremmo anche considerare che la concentrazione sulla parte esterna dell’esca è minore, a causa del dilavamento, e che in un esca ci sono diversi elementi chimici ognuno con la propria concentrazione giusta a cui fare riferimento. Aspetto molto complesso, non trovate?

  • Alcune esche sono più longeve di altre

Argomento poco in voga tra i nuovi carpisti. Le nuove leve sono abituate a trovare cataloghi immensi di esche di ogni forma, colore e odore per cui sono invogliati a comprare sempre esche nuove. Difficilmente si fidelizzano ad un prodotto e lo utilizzano per almeno un anno. Questo ve lo dico per esperienza di negoziante. Ma forse qualcuno di voi avrà notato come alcune esche hanno una lunga vita (The Source? Trigga? ClubMix? ecc). Questo aspetto potrebbe essere spiegato con l’argomento “gusto”. Si, chi mi segue sà quanto io sia convinto che il gusto dell’esca rivesta un ruolo molto importante nel carpfishing (ma anche nel feeder e nel match). Ma sentite questa. C’è chi afferma (e lo fa con cognizione di causa, fidatevi) che le carpe modificano il loro personale gusto man mano che vengono alimentate con le boilies. In pratica, più le carpe crescono e mangiano boilies, più sarebbero portate a mangiare esche “saporite”, dal gusto intenso. Mi è capitato di paragonare spesso la vita della carpa a quella dell’essere umano in termini di accettazione del gusto del cibo. In pratica, quando siamo piccoli non accettiamo cibi dai gusti forti come l’alcool, le spezie o l’amaro. Man mano che cresciamo, invece, il nostro palato cambia e accettiamo di buon grado i gusti forti e intensi. Potrebbe essere questo un aiuto per catturare carpe grandi? Beh, sicuramente chi cerca di insidiare alborelle e altri pesci di piccola taglia, adopera pasture dolci. Il carpista, invece, può innescare boilies dolci, salate, speziate. Sempre perché non sono diventato ricco vendendo esche per carpe grandi, innescare boilies speziate non escluderà l’arrivo di piccole carpe, ma potrebbe essere una scelta sensata. Ovviamente siamo in un sistema aperto, per cui i fattori da tenere in considerazione sono molti. Ad esempio, dovremmo tener conto, di quello specifico ambiente, le razze di carpa presenti, il cibo naturale disponibile, il periodo dell’anno e la quantità di boilies che cadono in acqua. Anche qui, come vedete, ci sarebbe molto da studiare.

  • Le palline “ready” non sono come quelle “self”

Altro punto a sfavore delle nuove generazione: le ready made. Cerco di spiegarmi meglio. Le boilies, nel carpfishing, rivestono un ruolo fondamentale, tant’è che il loro sviluppo ha portato alla nascita stessa della tecnica. Oggigiorno abbiamo delegato ad altri (le Aziende) il ruolo di “sviluppare” l’esca. Con l’avvento delle ready made è finita un’epoca bellissima, quello delle ricette segrete, dei fornitori introvabili, della sperimentazione di ogni cosa si ritenesse commestibile e catturante. In più, il self-made ha forgiato una schiera di carpisti coscienti di quello che si andava ad innescare (almeno in parte) durante una sessione. Sentimentalismi a parte, il fatto è che le Aziende produttrici spesso non possono inserire, nelle ricette, elementi pregiati per evitare che il loro prodotto finale costi eccessivamente. In media il prezzo delle boilies varia dalle 10€ alle 13€ al kilogrammo, con punte a ribasso fino a 3€ al kilogrammo. Chi in passato ha acquistato farine ed additivi per farsi le boilies, sa benissimo che a quel prezzo non si può pretendere di avere una boilies di qualità. E’ un forte handicap a nostro sfavore: siamo noi che perdiamo tempo aspettando la fatidica partenza, ma che non arriverà. Tanto vale costruirsi un’ottima pallina, con ingredienti di qualità come idrolizzati e olii essenziali che ci daranno una garanzia di successo (almeno su carta!)

Bene, spero di aver stuzzicato in voi la curiosità e la voglia di provare. Perché è di questo che si tratta, di provare e riprovare, per poi annotare i risultati ottenuti. Per quelli invece che non vogliono perdere tempo a studiare, vi regalo la regola fondamentale per catturare, sempre e ovunque, carpe giganti:

Vale, come hai fatto a catturare questa volta?

Beh, ho solo utilizzato correttamente l’esca. Ho scelto la giusta quantità, gli intervalli esatti, il posto perfetto e il momento giusto. 😉

 

Good Vibes!

Valentino D’Intino