E’ un dato di fatto: la maggior parte dei carpisti sono “hobbisti” e pescano per riempire il loro tempo libero. Non hanno voglia e tempo di impegnarsi e si accontentano di quello che catturano. Non stanno lì a scervellarsi per provare a catturare di più oppure scelgono di pescare solo dove la cattura è (quasi) assicurata.
Anche tu fai parte di questa categoria?
Non so chi ho di fronte in questo momento, ma spero proprio di no. Per cui, se credi anche tu che la pesca non sia un passatempo e vorresti raggiungere risultati proporzionati all’impegno e alla passione che metti nel praticarla, allora dovresti continuare a leggermi. Perchè mentre “loro” si rilassano e lasciano che sia la fortuna a portargli le carpe sul terminale, tu ed io abbiamo le rotelline del cervello sempre in movimento per capire dove siano i pesci, come riuscire a prenderli ed evitare di cappottare. Sempre tesi e concentrati, al limite della perfezione e della malattia.
Con questo non voglio dire che ci sia chi è nel torto e chi nella ragione, per carità. Ogni persona vive la pesca come meglio crede.
Ma resta il fatto che siamo differenti e le differenze sono molto evidenti:
– Il carpista per hobby va a pesca quando ha voglia, mentre tu pensi continuamente alla prossima pescata, anche quando dormi;
– Il carpista per hobby va a pesca quando ha due soldi in tasca per comprarsi le esche, mentre tu risparmi il più possibile per poter acquistare tutto quello che occorre per pescare;
– Il carpista per hobby va a pesca nei posti e nei periodi dell’anno in cui si cattura di più o più facilmente, mentre a te se dicono che quel lago è difficile o si cattura raramente non fanno altro che aumentare il desiderio di trascorrerci qualche mese in pesca.
Qualsiasi attività andrebbe praticata assiduamente per avere risultati soddisfacenti. Non si può pretendere di imparare a pescare restando a fissare gli avvisatori e sperando che facciano beep.
Ecco perché è improbabile che tu possa trovare in loro un compagno con il quale condividere tutto il tuo dinamismo: studiare nuove strategie di pesca, progettare campagne di pasturazione, produrre esche, trascorrere le serate a fare terminali, cercare informazioni sempre nuove e pescare ogni giorno libero della tua vita.
E neanche pensare di poter condividere le tue perplessità e i tuoi dubbi che, ovviamente, ti affollano il cervello quando non comprendi il motivo per cui cappotti. Insistono che devi rilassarti, che non te la devi prendere, che la pesca è bella anche così, che più di quello che hai fatto non dovresti fare. A tanti carpisti non interessa smazzarsi e neanche possiamo fargliene un torto, ma allora cosa dobvremmo fare? Abbandonare l’idea che si possa fare di più per avere di più?
Il problema è molto semplice: nella tua testa vorresti diventare un carpista migliore, provare le strategie più innovative e sperimentare qualsiasi novità, ma cerchi aiuto nelle persone sbagliate, che non la vedono come te e cercano di soffocare il tuo entusiasmo perché a loro non importa nulla, perchè ti dicono che non serve e che si è sempre fatto così. Sbaglio?
Secondo me ho centrato il punto, non perché sono un veggente ma perchè ho vissuto la tua stessa frustrazione in passato.
Te la prendi sul personale se ti dico che sei tu a sbagliare?
Mi spiace, ma è così.
Sbagli quando cerchi di fargli capire le tue ragioni. Sbagli quando provi a portarli sui tuoi ragionamenti, con il solo risultato di apparire antipatico. Passi dalla parte del torto, di quello che non riesce ad integrarsi. Ma sappiamo bene che non è la verità.
Voglio darti un consiglio da amico che ha già vissuto questa esperienza in prima persona. Se senti il fuoco della passione ardere dentro di te, ma sei circondato solo da campeggiatori e pescatori occasionali, come prima cosa devi smetterla di contare su di loro. Non potranno mai capirti e non potrai mai fare affidamento sul loro appoggio. Loro preferiranno passeggiare in un centro commerciale che farsi chilometri per andare a pasturare. Metteranno il calcetto del giovedì davanti ad una serata a rollare boilies. Non diranno di no ad un sabato in discoteca invece che passarlo a cercare carpe.
Ora è il momento di fermarsi e tiare una linea netta: Quante persone “innamorate della pesca” come te conosci? Forse un po pochine, se non addirittura nessuna.
Allora hai solo due strade che puoi percorrere:
– smorzare il combustibile che alimenta la fiamma della passione e livellarti alla massa, sotterrando l’entusiasmo che ti contraddistingue e uniformarti a tutti loro;
oppure
– cambiare il tuo mindset.
No, non ho detto una parolaccia. Il mindset rappresenta il modo di pensare e le proprie convinzioni. Cambiare mindset vuol dire percorrere una nuova strada, filtrando e interpretando le informazioni in maniera differente. Non ti sto dicendo che devi cambiare attrezzatura, luoghi di pesca, abitudini o mandare a quel paese i tuoi amici.
Si tratta solo di “vederla in modo differente”, da un punto di vista nuovo. Devi iniziare a praticare la pesca in piena autonomia, senza fare affidamento su chi non è in grado (o non vuole) aiutarti. Ma d’altro canto, devi seguire altre persone che hanno il mindset giusto. La strada più facile da percorrere è “copiare”.
Ti faccio un semplice esempio per farti capire dove voglio arrivare con questo discorso. Hai presente quando i bambini iniziano a camminare? Guardano i genitori e provano ad imitarli. Semplice. Poi cadono, è ovvio, ma stanno provando a fare dei movimenti che non hanno mai fatto in precedenza e, soprattutto, senza porsi dei limiti. I bambini non sanno se ce la faranno veramente oppure no. Nessuno può convincerli che se insisteranno nel provarci (e nel cadere), riusciranno a camminare come i loro genitori, ma lo faranno lo stesso.
In questo momento, nella tua testa, c’è questa volontà di superare i tuoi limiti? Pensi di farcela o ti sei già arreso? Allora, amico mio, ti assicuro che per il solo fatto di “visualizzarlo nella tua testa” vuol dire che sarai in grado di farlo.
Ma dovrai seguire una persona che abbia un mindset vincente, che abbia quella voglia sconfinata e incontrollabile di pescare, un carpista che abbia raggiunto la vetta più alta del panorama internazionale, come Alan Blair di Nash Tackle.
Perché proprio Alan e non un altro?
Perché lui è una Celebrity, ma non nell’ accezione negativa di pescatore “che se la tira”, che pesca solo in cave pre-pasturate o che va solo a caccia di carponi. Probabilmente non lo conosci abbastanza, così come tanti altri pescatori italiani, ed è per questo che ho voluto intervistarlo. Grazie a Matteo Marmocchi, ho avuto la possibilità di fargli recapitare alcune domande per mettere in risalto la sua persona e “decodificare” il suo mindset.
E’ stato semplice? Per nulla, ma sono molto contento del lavoro che n’è uscito a tal punto da volerlo trascrivere su un Magazine. Ci tengo subito a chiarire una cosa: non è una semplice intervista, ma la radiografia di un pescatore con la “P” maiuscola. Dopo un’analisi attenta, mi sono subito reso conto come Alan sia stato molto sincero e convincente nelle risposte, senza retorica o frasi di cortesia.
Credo che, più che una banale intervista, sia un piccolo manuale “evergreen”, che qualsiasi pescatore con un minimo di aspirazione debba leggere, senza aspettarsi di trovare la soluzione facile, l’esca infallibile o il trucchetto magico, ma con l’unico obiettivo di dare una direzione precisa al raggiungimento dei propri traguardi.
Sei pronto a far tuo il Magazine?
La buona notizia è che le prime copie sono già disponibili e puoi richiedere la tua con una mail a info@krakenstore.it
Ma c’è di più.
Solo per coloro che faranno richiesta del Magazine entro il 31 Marzo, al prezzo di copertina di 12€, saranno comprese anche le spese di spedizione con corriere BRT. Vuoi mettere subito le mani su l’intervista ad Alan Blair? Sei veramente intenzionato a voler diventare la versione migliore di te stesso e zittire tutti quelli che finora ti hanno definito ingiustamente un “esagerato” o “troppo convinto”?
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