Non sono mai stato un amante della pesca estiva, forse perché ho sempre odiato alcuni fastidi tipici di quella stagione: zanzare, umidità, l’enorme quantità di pesciolini attivi sulle mie esche. Per questo ho sempre goduto dell’arrivo dell’inverno. Si, quella stagione che per molti rappresenta la chiusura dei giochi.

Comunque li capisco quelli che “appendono le canne al chiodo” quando le foglie diventano rosse e le mattine sono gelide. E’ difficile accettare di non prendere più pesci come nella stagione estiva. L‘inverno è un momento dell’anno molto particolare, dove siamo costretti a mettere in discussione tutto quello che, fino a qualche settimana prima, è stato una certezza.

Quel posto, con quell’esca e quel terminale erano infallibili fino a settembre. Poi…boh. Nulla. I pesci sembrano non gradire più le nostre esche. Come un incantesimo che abbia “stregato” le carpe. E questo è sconfortante, a tal punto da smettere di pescare. Non tutti, certo, ma in tanti (e velo dico per esperienza personale di tanti miei clienti) preferiscono non confrontarsi con quella nuova situazione. Meglio non sfidare il Generale Inverno.

In effetti, i sacrifici in termine di tempo e soldi, non giustificano il (quasi certo) cappotto. Quei pochi che invece decidono di insistere, di non darla vinta al cambio stagionale, provano a cavarsela. Le carpe sono li, ma non mangiano. E quindi, che si fa?

La prima cosa che fanno, in genere, i carpisti è ccomprare una “boilies invernale“. Giustamente, cercano qualcosa che possa piacere le carpe nella stagione fredda. Una boilies adatta alla situazione, perché l’altra (quella che hanno usato fin’ora) non regala più catture.

Ma esiste veramente una boilies invernale?

Probabilmente si. Chi rolla le proprie palline, può utilizzare ingredienti che hanno una resa buona anche con temperature più basse. Ma se le boilies le compriamo già fatte… ecco che la soluzione “boilies invernale” diventa molto complicata da attuare.

Ma anche fossimo dei provetti rollatori di boilies, non possiamo affidare la nostra strategia solo alla boilies.

Non possiamo sperare che una pallina prodotta con farine e uova possa farci catturare se nel punto in cui stiamo pescando non ci sono carpe.

Si, lo so. In estate, in quello stesso punto le carpe erano molto attive, ma adesso non lo sono più.

E neanche l’uso di sacchetti PVA con dentro liquidi idrolizzati o pellet “scarichi” sono delle soluzioni definitive. Stiamo ancora aggirando il problema.

E’ come quando dovremmo cambiare un rubinetto perchè perde acqua mentre ci concentriamo sul colore dei pomelli. E la stanza si riempie d’acqua.

Dobbiamo guardare il problema da un’altra prospettiva. In inverno, le carpe smettono di mangiare e vanno in letargo oppure stiamo sbagliando la zona del lago dove stiamo pescando?

Il punto è proprio questo. DOVE.

Dove sono le carpe? Dove trascorrono le giornate? Dove trovano cibo? Dove si trovano a loro agio? Dove devo lanciare?

Domande semplici, quasi banali, ma che richiedono molto intuito ed esperienza per essere affrontate. Io non so da quando tempo peschi, quanto tu ne sappia di biologia della carpa, ma voglio darti degli spunti da cui partire. Per cui, ti consiglio di ragionare su 5 fattori ambientali che influenzano il comportamenti delle carpe e che ti sono utili per progettare la tua nuova strategia invernale.

Quindi, quali sono questi fattori così importanti?

  1. temperatura: sicuramente la temperatura è il primo aspetto che dobbiamo considerare. Sappiamo che l’attività delle carpe (ricerca del cibo, capacità digestiva ecc) è legata alla temperatura dell’acqua. Le carpe sono più attive tanto più è alta la temperatura. Per questo motivo, in inverno, una carpa si sposterà meno in termini di distanze rispetto all’estate, consumerà meno calorie e presidierà le zone del lago dove c’è la massima probabilità di trovare cibo;
  1. vento: il vento freddo invernale abbassa la temperatura superficiale del lago per cui le sponde battute sono di solito le meno frequentate dalle carpe. Esattamente l’opposto di quello che succede in estate. Interessante, vero?;
  1. pressione atmosferica: questo fattore influenza la vescica natatoia delle carpe e, quindi, la loro “posizione” in termini di posizione nella colonna d’acqua. Pare che pressioni atmosferiche basse (tipiche prima e durante le piogge) favoriscano lo stazionamento delle carpe verso il fondo. In molti trascurano questo fattore perché non è direttamente percepibile come il vento e la temperatura, ma chiunque avrà notato una maggiore attività delle carpe prima di un temporale (specialmente in estate);
  1. pioggia: le piogge, specialmente quelle insistenti in inverno, abbassano notevolmente la temperatura dell’acqua, limitando l’attività delle carpe. Fattore tutt’altro che trascurabile per chi decide di trascorrere qualche giorno sul lago in inverno;
  1. insolazione: per insolazione si intende la porzione di lago che viene raggiunta dai raggi solari, che in inverno sono meno e con un’inclinazione diversa. E’ dovuto al fatto che il sole si trova in una posizione diversa rispetto all’estate. Questo vuol dire che alcune zone de lago non vengono più raggiunte da sole, per cui hanno un’importanza diversa per le carpe.

 Se trascuri questi 5 fattori, rimani ancorato al concetto di esca magica che deve catturare per noi. Invece è importante cambiare continuamente il nostro stile di pesca, ancor prima dell’esca.

Devi essere aperto al cambiamento

Per cui, se per tutta l’estate hai catturato in una porzione di lago ed ora quella stessa porzione non produce più catture, potresti pensare di cercare le carpe altrove, invece di focalizzarti sulla ricerca dell’esca perfetta per l’inverno.

Sono del parere che, quando si è molto confusi e con tante variabili da provare, occorre un cambiamento MACROSCOPICO, come pescare a profondità diverse o su sponde del lago non battute durante l’estate. Variazioni microscopiche come la variazione del terminale e la scelta dell’esca dovrebbero essere solo una conseguenza di altre scelte.

Durante la prossima sessione, quando ti troverai a dover fronteggiare nuove condizioni ambientali, non cercare conforto nell’esca di un amico che ti assicura come la sua boilies sia molto catturante, ma analizza il problema da una prospettiva più ampia.

Inoltre, continua a leggere gli articoli che trovi nel blog per essere ampliare le tue conoscienze e mettile in pratica. Pratica e studio sono due facce della stessa medaglia.

Solo così troverai la soluzione e tornerai a catturare.

 

p.s.

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Valentino