In questo articolo scopriremo quali sono gli ingredienti fondamentali che hanno una forte attrazione sulle carpe e le spinge ad alimentarsi anche se inappetenti.  Inoltre, faremo chiarezza tra odore e sapore, argomenti che causano molta confusione nella testa del carpista. Ma prima che tu possa scoprire come fare, devi imparare superare un grande ostacolo nascosto.

Siete pronti a mettere in discussione le vostre conoscenze?   Partiamo!

Qual è questo grande ostacolo che potrebbe impedirvi di diventare un maestro del Carpfishing?

Non è quello che potreste sospettare. Non si tratta del terminale. Non si tratta della tecnica. Niente di tutto questo.

E’ vero, tutte queste appena elencate sono le preoccupazioni che affliggono ogni giorno la nostra vita da carpisti, pensiamo a loro costantemente.

Ed è proprio questo il punto!

Ci ostiniamo a pensare come pescatori invece che come pesci.

E dobbiamo assolutamente cambiare questo atteggiamento.

Cosa significa pensare meno come un pescatore e più come il pesce che vogliamo catturare?

In un tipico negozio di esche, i pescatori entrano e vogliono acquistare un sacco di aggeggi divertenti, attrezzature, esche profumate, ed altri prodotti di cui non hanno bisogno.

Ma la maggior parte di questa roba è stata creata per attirare i carpisti, non le carpe.

Nonostante questo, molti carpisti sono sempre a caccia di nuove diavolerie.

Perdono un sacco di tempo e soldi inseguendo le loro fantasie, visto che stanno pensando come pescatori e non come pesci.

Quello che invece bisognerebbe fare è studiare pazientemente tutto quello che c’è da conoscere riguardo le carpe:

  • Come si svolge la loro vita;
  • Quando sono affamate e cosa gli piace mangiare;
  • Quando cambia la stagione quale esca sembra attirarle meglio in un determinato giorno;
  • Dove gli piace passare il tempo;
  • Ciò che le porta ad assaggiare la nostra esca, ma a lasciarla subito;
  • Quali sono le condizioni atmosferiche che le fanno nuotare vicino al fondo e quali sono i fattori che invece le spingono a risalire in superficie;
  • Come pescare solo quelle grandi tralasciando quelle piccole, e così via…

Quindi, la cosa più importante è studiare l’ambiente dove vivono le carpe e come questo le condizioni.

Il più grande ostacolo che si frappone tra voi e il successo può essere riassunto in una sola parola, e questa parola è…   CONFUSIONE!!!

La confusione è il primo ostacolo che, più di ogni altro, si intromette tra voi e le catture.

Rappresenta l’oceano dove nuotano le tue catture.

Credetemi, non riesco ad enfatizzare abbastanza questo concetto, ma se volete che le vostre sessioni siano ricche di catture, questo è il principale ostacolo su cui vi dovete concentrare.

COSA INFLUENZA LA RICERCA DEL CIBO?

Prima di andare avanti voglio fare un breve appunto. Ogni boiles sul mercato viene descritta come: prodotta con alimenti naturali, digeribile, ricca di aminoacidi e infallibile.

Ma allora perché, anche se queste sono ricche di amminoacidi, ecc a volte non catturano neanche in un lago strapieno di carpe?

La verità è che ci vogliono anni per affinare una certa “sensibilità” nel capire come lavora una boilies, cosa attira e spinge una carpa a mangiare.

Iniziamo col dire che la carpa utilizza diversi sensi per cercare il cibo e lo fa in base alle condizioni ambientali come la quantità di luce, la trasparenza dell’acqua, ecc.

A seconda delle condizioni ambientali, però, alcuni sensi vengono preferiti rispetto ad altri, ad esempio:

  • La vista: prevale sugli altri sensi quando la carpa si alimenta negli strati intermedi e superficiali, sia che l’acqua sia trasparente sia che sia torbida;
  • Olfatto e gusto: sono i sensi maggiormente utilizzati quando la carpa si alimenta sul fondo o durante le ore di buio. 

Come funzionano questi sensi?   La vista è fondamentale per orientarsi nell’ ambiente, ma avendone approfondito lo studio nell’articolo Come funziona la vista delle carpe, ci concentreremo sull’olfatto.

I sensori olfattivi della carpa risiedono nelle sue narici (come il nostro naso), ed è con questi che la carpa valuta i segnali chimici disciolti in acqua (ph, aminoacidici, ecc.)   In pratica, la carpa “annusa” l’acqua e, dalla valutazione del segnale, decide dove andare e se seguire i segnali chimici.

Una volta individuata la fonte del segnale attrattivo, la carpa -non avendo le mani- utilizza la bocca per capire di cosa si tratta.

E’ qui che ci giochiamo tutto!

Se la carpa non è sicura di aver trovato del cibo, sputerà il nostro innesco. Se invece si convince di aver ingerito qualcosa di utile alla sopravvivenza, ingoierà la nostra esca.   Questo è il processo che compie la carpa quando cerca del cibo.

Adesso cerchiamo di capire come funziona l’olfatto.

L’OLFATTO DELLA CARPA

L’olfatto è un senso che aiuta la carpa durante:

  1. L’accoppiamento (feromoni);
  2. La valutazione chimica dell’acqua in cui vive;
  3. La ricerca del cibo.

La vista della carpa è veramente formidabile, ma è l’interazione tra vista e olfatto che rende la carpa così “performante” ed evoluta.

In cattività, la carpa -generalmente- usa solo la vista per cercare cibo, ma in natura questa non si affida mai ad un singolo senso.

Questo perché il cibo è spesso “nascosto” sul fondo e deve essere individuato principalmente intercettando i segnali chimici.

Interessante, vero?

Ora ditemi,vi piacerebbe capire meglio il meccanismo di ricerca del cibo della carpa?

Bene, allora continuate a leggere per scoprire quali sono gli elementi che attirano l’interesse della carpa.

COSA CERCA LA CARPA CON IL SUO NASO?

La risposta a questa domanda è:   AMMINOACIDI   Gli amminoacidi trasmettono un forte messaggio in acqua che dice: qui c’è vita! (e di conseguenza cibo).

Proprio per questo motivo le carpe hanno sviluppato, nel tempo, una sensibilità nei confronti di questi attrattori.

Ma la carpa cerca tutti gli amminoacidi? Purtroppo no.

Ogni pesce ha una sua preferenza, infatti la carpa ha una preferenza verso un amminoacido chiamato cisteina (presente nel suo cibo naturale assieme a pochi altri amminoacidi).

Trovare una scia di cisteina equivale a dire: Hey, da quella parte c’è del cibo!

A questo punto, se vi state chiedendo quanto sia forte il suo olfatto continuate a leggere.

Possiamo dedurre la risposta dalla ricerca mensionata da Jon Wood e spiegata nel suo libro: “CARP: location, feeding and bait”, dove si deduce che una carpa riesce a percepire 5ml di amminoacidi da una distanza massima di circa 4 metri.

Come potete capire, l’olfatto è un ottimo strumento per orientarsi sul fondale e seguire eventuali scie di amminoacidi che conducono al cibo.

Quindi, se una carpa si trova a 4 metri dalla mia boilies, la percepirà sicuramente?

Non è proprio così perché la carpa non vive in una piscina colma di acqua “pura”.

Dobbiamo subito fare delle precisazioni:

    1. L’acqua del lago è un “brodo” di acqua ed altre sostanze disciolte in essa, tra cui quelle che abbiamo inserito nella nostra boilies; Al tempo stesso, la concentrazione di queste sostanze varia in base alla stagionalità (vento, pioggia, temperatura) e durante le fasi della giornata (giorno e notte);
    2. Gli amminoacidi non sono tutti attrattivi per la carpa, ma la cosa peggiore è che ce ne sono alcuni che allontanano le carpe;
    3. Non tutti i ceppi di carpe (sottospecie) vengono attratti dagli stessi amminoacidi. Inoltre, lo stesso ceppo -in base alla latitudine- potrebbe essere attratto da amminoacidi diversi;
    4. A causa della struttura della boiles gli amminoacidi che mettiamo al suo interno potrebbero non essere rilasciati in acqua;
    5. Gli amminoacidi rilasciati dalle nostre boilies potrebbero combinarsi con altre sostanze libere in acqua e creare composti chimici diversi;
    6. La concentrazione degli amminoacidi varia al variare della temperatura e in funzione del tempo. Più tempo la pallina passa in acqua e più la concentrazione di aminoacidi attorno ad essa diminuirà;
    7. L’acqua del lago non è ferma, ma si muove a causa della presenza di correnti create dal vento o dalla differenza di temperatura. I nostri amminoacidi potrebbero dirigersi verso una direzione opposta a quella dove si trovano le carpe .

Queste informazioni sono importanti perché ci riportano alla realtà.   A questo punto, prima di scoprire in base a cosa la carpa decide che il segnale è una fonte di cibo, facciamo un riepilogo di quello che abbiamo appreso fino a questo momento.

  • La carpa utilizza principalmente la vista per muoversi e cercare cibo negli strati intermedi e superficiali del lago, per poi affidarsi principalmente all’olfatto e al gusto per trovare e valutare il cibo che si trova sul fondo;
  • La carpa ha un sofisticato sistema di rilevamento delle scie chimiche in acqua, con una preferenza nei confronti degli amminoacidi;
  • Non tutti gli aminoacidi sono attrattivi e nonostante ci impegniamo ad utilizzare i migliori, la loro efficienza dipende anche da fattori ambientali;
  • Una carpa riesce a percepire 5ml di amminoacidi da una distanza di circa 4 metri.
  • Una volta individuata la fonte del segnale attrattivo, la carpa -non avendo le mani- utilizza la bocca per capire di cosa si tratta e se il cibo vada ingoiato o no.

Perciò, nonostante pensiate di aver creato o trovato l’esca perfetta, non è detto che lo sia in “quella” particolare situazione.   Ma ammettiamo di aver fatto tutto bene, di aver scelto gli aminoacidi giusti e di aver attratto la carpa fino al vostro innesco.   Adesso la domanda è: in base a cosa la carpa decide se il cibo vada ingoiato o no?

IL GUSTO

Diversi ittiologi e ricercatori hanno condotto diversi test sul gusto delle carpe, partendo dal fatto che il sistema chemorecettivo della carpa è simile a quello che noi abbiamo sulla lingua.

Questi test riguardavano gli stessi gusti degli esseri umani: amaro, acido, dolce, salato.

I gusti risultati più attrattivi sono stati:

  • l’amaro (il gusto degli amminoacidi)
  • l’acido (acido citrico e acido butirrico vi dicono qualcosa?).

Quindi, la credenza che il migliore sia il gusto dolce è una balla?

No, e vi spiego il perché.

I test sono stati fatti in periodi storici dove, comunemente, si credeva che l’essere umano potesse distinguere solo 4 gusti, appunto l’amaro, l’acido, il dolce e il salato.  

Ma gli ultimi studi recenti, hanno aggiunto alla lista anche il gusto UMAMI ai quattro precedenti.

Molti di voi probabilmente non hanno mai sentito parlare dell’umami.

Per dirla in breve si tratta del “gusto saporito e gradevole”.

La definizione scientifica di UMAMI è: “«un gusto sapido piacevole che viene dal glutammato e da diversi ribonucleotidi, tra cui inosinato e guanilato, che si trovano naturalmente in carne, pesce, verdura e prodotti lattiero caseari»

In pratica, è proprio l’umami il gusto più attrattivo per la carpa, questo perché è la combinazione di più gusti.

L’umami, tra l’altro, è anche il gusto del glutammato (presente nel dado per brodo).

N.B. – Con lo studio incrociato tra gusto e olfatto si è arrivati a definire “attrattivi” sostanze come: alanina, cisteina, glutammina, prolina, acido aspartico, glutammato e acido glutammico.  

Nel caso della betaina, potremmo utilizzare la sostanza sia come attrattiva che come stimolante alimentare con implicazioni per la crescita.

Ma quindi a cosa serve creare una boilies attrattiva e gustativa?

E’ ormai chiaro come la scia attrattiva della boilies sia indispensabile per attirare l’attenzione della carpa mentre il gusto sia responsabile dell’ultima fase decisionale.

Riassumendo il discorso, quando produciamo o acquistiamo una boilies dobbiamo sicuramente tener conto:

  • degli amminoacidi presenti;
  • del gusto dell’esca;
  • del colore;
  • della dimensione;
  • della granulometria che, come abbiamo detto nell’articolo “Stai attento a non saziarle” influisce sulla sazietà.

E in tutto questo, l’aroma così tanto osannato a cosa serve?

Poco, molto poco.

Se questa affermazione ti ha sconvolto, forse è il caso che tu legga anche l’articolo “L’aroma è tuo nemico se lo scegli con il naso”.

Infine, vi ripeto: conoscere in maniera approfondita la biologia della carpa, e il suo ambiente, è il “vero segreto” del successo.

Solo con la pratica e la conoscenza si diventa dei veri carpisti.

N.B. – Se vi è piaciuto l’articolo, e volete approfondire la biologia della carpa, potete leggere questi articoli:

  1. Conoscere il Ph dell’acqua può evitarti il cappotto (Clicca qui);
  2. Cosa induce la carpa ad aspirare la tua esca (Clicca qui);
  3. Come funziona la vista della carpa (Clicca qui);
  4. Le carpe ci ascoltano? (Clicca qui);
  5. Perchè le carpe saltano? (Clicca qui);

Fatene buon uso.

 

Good Vibes!

Valentino D’Intino