In questo articolo capiremo come insidiare le carpe più grandi del lago utilizzando boilies rollate con farine sottili e scopriremo la tecnica per individuare velocemente la granulometria

 

In questo articolo capiremo come insidiare le carpe più grandi del lago utilizzando boilies rollate con farine sottili e scopriremo la tecnica per individuare velocemente la granulometria

Nella top 10 delle domande più ricorrenti c’è: “ma le carpe si saziano se butto tante boilies”?

La domanda sembra banale, ma non lo è. Facile fare ironia su chi è alle prime armi e non vuole fare cazzate. In realtà, c’è un mondo – la biologia della carpa – tutt’altro che scontato.

Ricorderete che in un precedente articolo ho già trattato l’argomento (lo trovi qui), toccando alcuni punti fondamentali nella digestione: la temperatura dell’acqua, l’assenza dello stomaco, l’abbondanza di carpe ecc., ma vorrei tornare sul concetto della granulometria della boilie.

Perché la granulometria è diversa da tutto il resto?

Perché ogni aspetto della boilies dipende dal carpista, quindi lo possiamo controllare. Tutti gli altri dipendono da Madre Natura, per cui indipendenti dalla nostra volontà, almeno in forma diretta.

Una volta che abbiamo definito le nostre responsabilità dirette, definiamo il termine granulometria.

Secondo Wikipedia: “La granulometria è la proprietà che identifica le singole particelle che compongono una roccia sedimentaria, un suolo o un terreno in base alle dimensioni”.

Perciò, nel Carpfishing, la granulometria rappresenta la dimensione delle singole particelle che compongono una boilie.

Per dirla alla semplice: la grandezza delle particelle delle farine. Quindi, se ci riferiamo ad una granulometria sottile, intendiamo farine con granelli piccolissimi, mentre una granulometria grossolana potrebbe corrispondere allo spezzato di mais.

Ma quanto dovrebbe essere piccolo?

Beh, non vi chiederò di misurare ogni singolo granello, ma di capire come “lavora l’intestino della carpa” e fare le scelte opportune.

Dunque, quando la carpa ingoia il cibo lo mastica con il dente faringeo. In realtà lo schiaccia, più che masticare, per cui è un procedimento grossolano. Una boilie verrà frantumata, e non masticata come farebbe una mucca, per poi venir convogliata nell’intestino. La boilie viene attaccata dagli enzimi mentre attraversa l’intestino: è questa la digestione per la carpa. Maggiore sarà la superficie di contatto tra enzimi e particelle di boilies, migliore sarà la digestione e l’assimilazione delle sostanze nutritive.

Farina di Aringa (grana sottile)

Fig.1: Farina di Aringa (grana sottile)

 

Come facciamo a garantire questo “maggior contatto”?

Beh, sicuramente una boilie morbida aiuta, ma utilizzare farine “sottili” è una scelta molto indicata quando vogliamo favorire la digestione della carpa.

Farine sottili tutto l’anno o solo in estate?

A mio parere, non c’è una regola ferrea, ma io consiglierei di usare più farine sottili possibili perché:

  • In inverno, a causa delle temperature basse, il metabolismo della carpa rallenta, rallentando anche la velocità di passaggio del cibo nel tratto intestinale. Le particelle più piccole riescono ad attraversare meglio il tratto intestinale e fuoriuscire nel minor tempo possibile;
  • In estate, con le temperature alte, il metabolismo della carpa è veloce, così come la velocità di passaggio del cibo nel tratto intestinale. Particelle grandi, quindi, vengono mal assimilate.

“Ma io ho sempre catturato con boilies prodotte con farine a grana grossa”

Sentiremo sempre carpisti affermare il contrario di quanto detto finora perché le farine a grana grossa, come lo spezzato di mais, non sono nocive né velenose né repellenti.

Sicuramente la carpa ingoia anche quelle, ma con assimilazione diversa rispetto alle sottili, ma che non saremo in grado di quantificare, in pesca.

Quando parliamo di granulometria c’è un ultimo fattore che dobbiamo considerare: l’età della carpa.

Le carpe, quando invecchiano, digeriscono male il cibo. Un po’ come succede agli anziani.

Per cui, se il nostro target è “la più vecchia del lago”, è ragionevole ipotizzare di utilizzare boilies morbide e a grana sottile.

Ma come riconosco le boilies a grana sottile?

Se siete dei self maker, capaci di rollare boilies, è sufficiente dare un’occhiata alla ricetta e provare ad eliminare le farine più grossolane. Ma come facciamo ad escludere boilies a grana grossa se siamo soliti acquistarle.

Vi svelo un piccolo trucchetto.

Se sbriciolate una boilies, riuscite a individuare le particelle più grandi dalla trama principale (di solito più sottile). Io le frantumo tra i palmi delle mani, così non perdo il contenuto e con il tatto riesco già a capire se ci sono granuli appuntiti, come lo spezzato di mais.

Se ci sono granuli grandi, li troverete nel mucchietto di farina che si è creato. In questo modo avrete un’idea di quello che state usando.

Fig. 2: Boilies sbriciolate con il Krusha

Non è un metodo scientifico, ma un suggerimento pratico. Sempre meglio che affidarsi al solo naso quando diamo un giudizio personale ad una boilie.

Capisco benissimo le perplessità di chi è nuovo del settore e si sente spaesato: ci vuole tanta esperienza prima di poter arrivare a valutare una boilie. Se sei alle prime armi potresti aver bisogno di un aiuto, come il nuovo servizio di assistenza alla vendita: >>>Personal Shopper<<<

Condividi questo articolo con il tuo compagno di pesca perché la conoscenza è la chiave del successo.

 

N.B. – Se vi è piaciuto l’articolo, e volete approfondire la biologia della carpa, potete leggere questi articoli:

  1. Conoscere il Ph dell’acqua può evitarti il cappotto (Clicca qui);
  2. Cosa induce la carpa ad aspirare la tua esca (Clicca qui);
  3. Come funziona la vista della carpa (Clicca qui);
  4. Le carpe ci ascoltano? (Clicca qui);
  5. Perchè le carpe saltano? (Clicca qui);

Fatene buon uso.

 

Good Vibes!

Valentino D’Intino