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In questo articolo scoprirai come il Ph dell’acqua influisce sul funzionamento della boilies, che cos’è un segnale alimentare e la soddisfazione nutrizionale.
Grazie alle queste importanti informazioni avrai le idee più chiare sulla carpa e sul suo ambiente.
Sei pronto?
Partiamo
La maggior parte dei carpisti classifica le boilies in:
- Fruttate
- Al pesce.
Questa classificazione è terribilmente riduttiva.
Per di più, quando compriamo una boiles, la nostra scelta -molte volte- è influenzata anche dal design della confezione.
Infatti, quest’ultima è disegnata per risaltare sugli scaffali.
Pensate che, nella maggior parte delle volte, sopra queste è evidenziato solo l’aroma contenuto nella boilies.
Quindi, ti faccio una domanda:
Sei sicuro di scegliere la boiles adatta al tipo di pesca che vuoi fare?
Le informazioni che troverai nei prossimi paragrafi stravolgeranno il modo di approcciare al mondo delle esche.
più, sarai in grado di capire se una boiles può funzionare con il “cervello” e non con il naso…
Oggi parliamo spesso di esche “nutritive”, ma in pochi sanno dove è nato questo concetto.
Il primo a formulare una teoria in merito all’esca per catturare le carpe fu Fred Wilton che nel lontano 1972 sul ”British Carp study group magazine”, affermò che le carpe erano in grado di cercare e preferire esche con un buon profilo nutrizionale.
Da lì seguirono studi e test fino ad arrivare alla nascita delle boilies NHV (High Nutritional Value), esche con un alto contenuto proteico.
Da quel momento, l’attenzione fu rivolta alla “costruzione” dell’esca
Un pescatore su tutti diede un secondo importante contributo alla causa: Mr. Rod Hutchinson.
Rod intuì come gli amminoacidi inseriti nelle boilies avessero una risposta positiva sulle carpe.
Quindi basta inserire degli amminoacidi in una boilies per avere l’esca perfetta?
Assolutamente no.
Dopo molti test, si scoprì che non tutti gli amminoacidi sono attrattivi.
DIVERSI TIPI DI AMINOACIDI E REAZIONE ALL’ACQUA
Ci sono 2 categorie di amminoacidi:
- Idrofili: capaci di sciogliersi in acqua;
- Idrofobi: incapaci di sciogliersi in acqua (creano maggior interesse nelle carpe).
Ma come può un solido, che non si scioglie in acqua, stimolare il sistema chemorecettivo della carpa?
Per rispondere a questa domanda, Tim Paisley è partito dallo studio dell’acqua.
Dove ha scoperto che:
(Breve parentesi scientifica)
- L’acqua, anche se distillata, non è composta solo da molecole di H2O, ma anche da ioni OH– e H+. Senza entrare nei particolari, questo è dovuto al processo detto di auto-ionizzazione.
- Come l’acqua si auto-ionizza, è anche capace di ionizzare.
(Fine parentesi scientifica)
Quindi, alcune sostanze, se miscelate in l’acqua, si scompongono e reagiscono con gli ioni liberi creando nuovi composti.
Delle vere e proprie reazioni chimiche.
Cosa centra la ionizzazione con gli amminoacidi idrofobi?
Gli amminoacidi idrofobi (che non si sciolgono in acqua), reagendo con gli ioni contenuti nell’acqua, creano composti percepiti dalle carpe.
La carpa ha impiegato milioni di anni per affinare questa capacità, riuscendo a percepire gli elementi chimici di suo interesse.
Ma c’è di più.
La carpa valuta il segnale chimico attribuendogli anche un valore nutritivo.
La carpa sa ancor prima di ingerire una tua pallina se questa soddisfa il suo fabbisogno nutritivo, oltre che energetico.
Non basta inserire una farina di pesce per poter dire che una boilies sia naturale, digeribile o altri aggettivi spesso inventati.
Adesso ti starai chiedendo:
come posso migliorare questo segnale nutritivo che induce la carpa a mangiare?
continua a leggere.
IL SEGNALE ALIMENTARE E LA SODDISFAZIONE NUTRIZIONALE
E’ stato scoperto che aggiungendo betaina e aromi agli amminoacidi, il segnale di risposta alimentare è ancora più attrattivo.
Fred Wilton lo aveva intuito, ma ci vollero degli anni affinché ci fossero degli studi a dimostralo.
In che maniera i segnali interessano le carpe?
Più di una volta, nei miei articoli, avrai letto la parola chemorecezione.
In breve, il sistema chemorecettivo della carpa è composto da glicoproteine posizionate in dei recettori, presenti su gran parte del corpo della carpa (specie nei baffi).
Quando i recettori ricevono un segnale, si attiva una risposta comportamentale. Ma non tutti i segnali presenti in acqua attivano i recettori.
Solo alcuni riescono a “attirare” l’attenzione della carpa.
Torniamo ora ad un altro concetto fondamentale che, se mi segui da un po’, conosci già: l’assenza dello stomaco nelle carpe.
Le carpe, non avendo lo stomaco, ingeriscono cibo per gran parte della giornata.
N.B. – Se questa affermazione ti risulta nuova, devi leggere anche questo articolo: attento a non saziarle – (Clicca qui)
Per cui, secondo Tim Paisley (e anche secondo me), il senso di sazietà deve essere inteso come “soddisfazione nutrizionale” e non come il riempimento dell’intestino.
Per assimilare una certa quantità giornaliera di sostanze nutritive impiegano tutta la giornata, poiché la quantità di cibo naturale a loro disposizione è molto piccola (insetti, invertebrati, alghe, ecc.).
Bene.
Finora abbiamo appreso che le carpe:
- hanno dei recettori capaci di percepire le sostanze disciolte in acqua;
- preferiscono alcuni segnali chimici ben specifici.
E allora che dobbiamo fare?
Se vogliamo attirare la loro attenzione dobbiamo creare esche che interagiscono con la chimica dell’acqua e il suo Ph generando segnali il più possibile simili a quelli naturali, così da “attivare” i recettori della carpa e indurla ad ingerire le nostre esche.
CHE COS’E’ IL PH
Innanzitutto, diamo una semplice definizione di Ph.
Il Ph indica la concentrazione degli ioni H+ disciolti in un liquido.
In base al valore del Ph, il liquido è detto neutro se il valore è 7, basico se è superiore e acido se inferiore.
Le carpe, vivono e si riproducono meglio in ambienti tendenzialmente BASICI (Ph maggiore di 7), ma la loro capacità di adattamento le ha portate a vivere persino in acque con Ph 5 (anche se con difficoltà di riproduzione).
Ma devo misurare il Ph dei laghi?
Non ce n’è bisogno.
I laghi subiscono continue variazioni dei valori del Ph, dovute per esempio alla temperatura, all’attività delle piante, alle piogge, ecc.
Le carpe sopportano bene queste variazioni, nonostante siano variazioni molto significative.
Ora che sappiamo cos’è il Ph, vediamo come questo interagisce con la nostra esca.
COME IL PH REAGISCE CON I COMPONENTI DELLA BOILES
Abbiamo detto che la presenza di ioni H+ e OH– nell’acqua reagiscono con i composti chimici, creandone di nuovi.
Per cui, il Ph interagisce con l’esca, reagendo con i suoi composti (farine, aminoacidi, ecc).
Anche se l’esca è dura?
Si.
La superficie di una boilies dura come la pietra, a contatto con gli ioni dell’acqua, reagisce chimicamente creando un segnale alimentare d’interesse per la carpa.
Quindi dovrei usare esche dure?
E’ una scelta che va ponderata in base alle esigenze personali (oltre quelle chimiche) come la resistenza a pesci di disturbo o la persistenza per molte ore in acqua.
Una cosa è certa: il processo di ionizzazione può avvenire anche con i solidi.
(Breve parentesi scientifica)
Le molecole delle boilies che sono a contatto con l’acqua vengono “caricate” dagli ioni presenti nell’acqua, in un processo simile a quello di una batteria.
Man mano che il processo ha luogo, le molecole interessate diminuiscono fino al termine della ionizzazione.
(Fine parentesi)
Il Ph è indirettamente collegato all’attrazione dell’esca.
Non è il valore del ph in sé che è importante, ma in che modo gli ioni reagiscono con i composti della boilies.
Che cosa ci dice tutto ciò?
- I composti chimici che mettiamo nelle boilies possono essere ionizzati, creandone di nuovi.
La carpa valuterà inizialmente la commestibilità del segnale e poi il profilo nutrizionale dell’esca grazie al sistema chemorecettivo;
- La chimica dell’acqua, come il Ph, influisce sui processi decisionali della carpa, modificando i composti delle nostre esche;
- I fattori ambientali come temperatura, vento, attività della vegetazione, alternanza delle stagioni e del giorno e delle notte hanno una marcata rilevanza sull’attrattività delle nostre esche;
Quindi cosa dovremmo fare?
Ora, a mio avviso, è inutile andare nei laghi con le cartine tornasole a misurare solo il Ph dell’acqua.
Il lago, così come qualsiasi altro ambiente acquatico in cui peschiamo, è un sistema complesso in continua evoluzione.
CONCLUSIONI
Sicuramente, non basta semplicemente misurare il Ph per definire che esca vada usata o quale strategia.
Però, possiamo sicuramente affermare che conoscere il funzionamento del ph e conoscere la biologia della carpa aumenta le nostre consapevolezze e possibilità di cattura.
Per di più, le nostre esche non avranno, quasi sicuramente, la stessa risposta nutritiva in tutte le acque, in tutte le stagioni, durante l’arco della giornata.
La stessa boilies attrae la carpa in maniera diversa, a seconda di dove viene utilizzata.
Dunque qual è la boilies più catturante?
La risposta è semplice: quella che conosci meglio.
E’ fondamentale comprenderne:
- Caratteristiche chimiche: risposta alle condizioni ambientali
- Caratteristiche fisiche: resistenza all’attacco di granchi e piccoli pesci, capacità di assorbimento dell’acqua, resistenza al lancio, ecc.
Se ti è piaciuto l’articolo, e vuoi approfondire la biologia della carpa, puoi leggere questi articoli:
- L’aroma è tuo nemico se lo scegli con il naso (Clicca qui);
- Cosa induce la carpa ad aspirare la tua esca (Clicca qui);
- Come funziona la vista della carpa (Clicca qui);
- Le carpe ci ascoltano? (Clicca qui);
- Perchè le carpe saltano? (Clicca qui);
Fanne buon uso.
Good Vibes,
Valentino